In una stanza d'albergo poco illuminata, il maestro arabo Jalil, dal corpo scolpito, aspettava, con un cappuccio nero sul viso, una canottiera attillata e slip tesi da un rigonfiamento impressionante. I suoi occhi penetranti, visibili attraverso il cappuccio, bruciavano di desiderio. Il figo, un bogoss algerino dalle labbra spesse e dagli occhi affamati, entrò, pronto a scatenarsi. Si gettarono l'uno sull'altro, le loro bocche si unirono in un bacio languido, le lingue si intrecciarono, Jalil morse il suo labbro, che gemette di piacere. Le sue mani scivolarono sotto la canottiera di Master Jalil, accarezzando il suo torso muscoloso, poi giù fino al suo pube peloso, strappando gli slip per liberare il suo grosso, duro e venoso cazzo circonciso. Sdraiato sul letto, ha attaccato direttamente, la sua lingua ha leccato il glande prima di inghiottire il cazzo di Jalil in un pompino reale, sbavante e profondo. La sua bocca scivolava, la saliva scorreva, e lui gemeva di piacere. Si baciarono di nuovo, febbrilmente, con le lingue aperte, mentre le mani esploravano il corpo dell'altro. Jalil si strappò la canottiera, lui si tolse la tuta da jogging e i due hunks nudi strofinarono i loro corpi, la pelle calda, i muscoli tesi, i cazzi che si sfioravano in un calore elettrico. Si tuffò di nuovo dentro, all'altezza del cazzo di Jalil, succhiando forte mentre lui sussultava, con la mano che afferrava la base e la bocca che inghiottiva fino in fondo. Rumori e gemiti umidi riempirono la stanza. Accelerò, sussultando velocemente, succhiando forte, la lingua danzava sul glande. Jalil esplose, una tonnellata di sperma caldo che schizzò in potenti getti sul suo viso, inondandogli le labbra, le guance e il mento. La sborra colava e lui la leccò, assaporandone il gusto salato con un sorriso soddisfatto. La stanza profumava di sesso. Sapevano che l'avrebbero fatto di nuovo.